Onorevoli Colleghi! - Il Servizio sanitario nazionale risente da tempo della carenza di infermieri, di tecnici di radiologia medica e di altri operatori sanitari. Condizione che evidenzia la necessità di individuare nuovi strumenti in un quadro di maggiore flessibilità e di programmazione dei fabbisogni del sistema sanitario che si trova, peraltro, in una fase di difficoltà economica e di perdurante impossibilità di intervenire sugli organici del personale per effetto dei blocchi previsti dalle ultime leggi finanziarie.
      Tra le iniziative già adottate per trovare soluzione al problema dell'«emergenza infermieristica» è opportuno fare riferimento a quanto già previsto dal decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 2002, n. 1, che consentiva temporaneamente alle strutture pubbliche di riammettere in servizio infermieri e tecnici di radiologia, che si fossero dimessi volontariamente da non più di cinque anni, oppure la possibilità per gli stessi di esercitare attività libero-professionale in favore della medesima azienda per la quale prestavano servizio con contratti annuali. Tale previsione ha consentito alle aziende sanitarie di ottenere maggiori prestazioni dal personale infermieristico, senza peraltro configurare uno strumento incompatibile con le disponibilità finanziarie delle aziende stesse.
      La presente proposta di legge intende rappresentare uno stimolo a ricercare nuovi strumenti, anche sul versante della sensibilizzazione dei giovani a scegliere la strada del lavoro sanitario, per risolvere i problemi di carenza del personale infermieristico, considerando altresì il progressivo incremento di nuove figure, quali

 

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gli operatori tecnici dell'assistenza (OTA), di supporto all'infermiere nei gravosi compiti assistenziali affidatigli. Ciò consentirà in prospettiva di restituire l'infermiere ai compiti di assistenza al malato, quale vero e proprio elemento centrale della professione.
      È opportuno, inoltre, non trascurare la possibilità di immissione nei reparti ospedalieri di personale infermieristico proveniente da altri Paesi dell'Unione europea, se in possesso di adeguata formazione. Devono, infine, essere superate le situazioni organizzative caratterizzate dall'uso improprio di personale con qualifiche differenti per fare fronte alla carenza di infermieri e di altri operatori sanitari, a partire dai tecnici di radiologia.
      In tale linea, il presente provvedimento recepisce osservazioni da più parti pervenute e tende ad affrontare in modo soddisfacente la nota questione dell'emergenza infermieristica in Italia, dando uno strumento certo alle aziende sanitarie (e agli altri soggetti individuati all'articolo 1, comma 1) per acquisire da tutti i professionisti sanitari, in costanza di rapporto di lavoro esclusivo, un ventaglio di prestazioni di specifica competenza infermieristica, ma anche tecnico-sanitaria e della prevenzione, che le istituzioni non sono oggi in grado di garantire per carenza di personale. Nell'ottica di un equilibrato e razionale utilizzo delle ore aggiuntive di lavoro, la norma prevede che le amministrazioni utilizzino tali prestazioni per garantire i livelli standard di assistenza nelle situazioni di emergenza-urgenza nei reparti di degenza e per le attività delle sale operatorie.
 

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